Il 10 dicembre è il giorno della prematura scomparsa di Otis Redding, morto a seguito di un incidente aereo avvenuto a Madison, in Wisconsin, nel pomeriggio del 10 dicembre 1967.
Lo schianto, quando mancavano pochi minuti all’atterraggio, nelle fredde acque del lago Monona mise fine alla carriera di uno dei più grandi interpreti della musica soul e rhythm and blues. Otis Redding aveva appena ventisei anni.
Pare fosse stato James Brown ad avergli sconsigliato di muoversi in aereo tra una tappa e l’altra del tour. Specie se la destinazione è lo stato del Wisconsin, dove, otto anni prima, nei pressi di Clear Lake, il Beechcraft Bonanza con a bordo Ritchie Valens, Buddy Holly e J. P. Richardson si schiantò in quello che Don McLean prima e l’America tutta dopò avrebbe ricordato come “the day that music die”.
Redding è indissolubilmente legato a “(Sittin’ On) The Dock of the Bay”, la più famosa tra tutte le sue canzoni, che venne pubblicata solo dopo la sua morte, nel 1968 e fu il suo unico singolo a raggiungere la posizione numero uno della classifica di vendita statunitense.
L’artista iniziò a scrivere il testo della canzone nell’agosto del 1967, quando viveva su una casa galleggiante presa in affitto a Sausalito, in California. La completò in seguito a Memphis, ma non ebbe la ventura di poterla mai ascoltare in radio.