10 classici nascosti di David Bowie. Elettronica dark, industrial, trip hop: il cantante ha disseminato in ristampe, raccolte e lati B molti brani sperimentali, piccoli Frankenstein a volte incisi negli anni ’70 e rimaneggiati nei ’90.
Bowie ha nascosto esperimenti, brani trattati quasi come messaggi subliminali diretti agli iniziati, non solo chicche, ma dei veri e propri pezzi d’arte, misteriosi interrogativi in musica.
E quindi è evidente che di Bowie non si butta via niente: persino le sue microfratture musicali rappresentano delle pietre filosofali, tanto che a volte stupiscono più delle uscite regolari e rendono oro ciò che toccano (l’udito delle persone, ovvio).
D’altronde lo stesso Bowie ci illumina in questo senso: «Una canzone deve acquisire un carattere, una forma, un corpo e influenzare la gente al punto che ognuno la possa usare per i suoi scopi. Deve toccarli non come una semplice canzone, ma come uno stile di vita».